Ritenzione idrica e aumento di peso: qual è il legame?

Cos’è esattamente la ritenzione idrica e perché compare? Esiste una dieta per ridurla o sconfiggerla? La Dott.ssa Adriana Carotenuto, Biologa Nutrizionista, risponde così alle nostre domande sull’argomento.

In medicina il termine “ritenzione idrica” viene utilizzato per indicare la tendenza a trattenere liquidi nell’organismo. Il ristagno di questi fluidi è generalmente superiore nella zona trocanterica, cioè gambe, cosce e glutei. E’ un disturbo molto diffuso fra la popolazione, in particolar modo fra le persone di sesso femminile, si è dimostrato da diversi studi epidemiologici che in Italia ne soffrano circa un terzo delle donne in età adulta. Il segno principale della ritenzione idrica è l’edema, una condizione in cui l’accumulo di liquidi nei tessuti ne causa un anomalo rigonfiamento. A causa dell’alterata circolazione venosa e linfatica insieme a questi liquidi ristagnano anche numerose tossine che alterano un metabolismo cellulare già compromesso dal ridotto apporto di ossigeno e nutrienti. Proprio per la sua notevole diffusione la ritenzione idrica è un problema molto discusso ma spesso sopravvalutato. Tante donne, infatti, attribuiscono erroneamente alla ritenzione il proprio sovrappeso ignorando che, in assenza di patologie importanti, il contributo della ritenzione idrica sull’aumento di peso è tutto sommato marginale. È invece vero il discorso contrario; è cioè il sovrappeso contribuisce a rallentare la diuresi e favorire la ritenzione idrica.

La ritenzione idrica compare quando il corpo inizia a immagazzinare una quantità eccessiva di liquidi nei tessuti, che solitamente vengono irrorati dalla circolazione sanguigna. In condizioni normali, il sistema linfatico costituito da un articolato complesso di vasi drena i fluidi in eccesso nel sangue. Questi ultimi possono cominciare ad accumularsi quando l’organismo viene messo sotto pressione da vari fattori, come l’assunzione di sale, la temperatura alta, l’obesità, la stipsi, gli sbalzi ormonali dovuti al ciclo mestruale o gravi patologia. E’ necessario quindi valutare con attenzione i sintomi, effettuare un esame impedenziometrico per stabilirne la causa e la stadizione dell’edema e di conseguenza la cura.

L’esame impedenziometrico consiste nel rilevamento strumentale della composizione corporea. Bisogna prestare attenzione alla strumentazione utilizzata perché solo impedenziometri vettoriali ci consentono di individuare il grado di idratazione del soggetto e la distribuzione dei fluidi discriminando la porzione di acqua presente fuori dalle cellule e acqua presente dentro le cellule andando a comprendere la presenza di edema e la sua gravità. E’ un esame non invasivo che viene effettuato in pochi minuti.

Un altro semplice ma obiettivo criterio diagnostico si basa sulla compressione locale della zona edematosa con un dito. Se si forma una fossetta, detta “fovea”, l’esame ha avuto esito positivo.

La dieta più efficace per ridurre l’edema è senza dubbio la dieta chetogenica

Questa dieta a basso contenuto di carboidrati è molto più efficace rispetto alle diete convenzionali bilanciate. La riduzione drastica dei carboidrati induce un processo fisiologico denominato “chetosi” che ha una specifica attività sulla perdita di peso. I corpi chetonici prodotti ottimizzano la funzione di tutti gli organi, proteggono i tessuti dall’infiammazione e combattono la sensazione di fame e di stanchezza. Occorrono circa tre giorni per entrare in stato di chetosi e non bisogna “sgarrare” dal piano alimentare elaborato dal medico, altrimenti si esce dalla chetosi e bisogna ricominciare tutto da capo. Il risultato? Una significativa perdita di peso in poco tempo dove si perde prima tutta la sensazione di gonfiore dovuta proprio all’edema e poi subito dopo esclusivamente il grasso localizzato, come quello addominale, dei glutei e fianchi, rimodellando la silhouette. Non solo, la dieta proteica limita il gonfiore addominale, combatte la ritenzione idrica e di conseguenza la cellulite, aumenta l’energia e migliora il tono dell’umore, poiché i corpi chetonici sono delle “bombe” di energia».